Il percorso
Partendo dalla stazione di Serravalle, il tracciato si protrae per sei km tra il verde lussureggiante del Parco Nazionale dei monti Sibillini e le acque limpide del fiume Sordo, passando di fianco alle Marcite di Norcia ed ai vecchi mulini recentemente ristrutturati, per poi giungere alla stazione di Norcia. Il sentiero è molto facile ed adatto a tutti. Logicamente pensiamo a tutto noi forniamo le bici, i caschi e tutto l'occorrente.
Arrivati in paese si ha la possibilità di attraversare il centro cittadino (Corso Sertorio) per gran parte zona pedonale, fare una sosta per poi percorrere a ritroso il sentiero fino a Serravalle e terminata la gita, magari gustare un ottimo spuntino con i prodotti locali salumi, formaggi ecc..
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La Ferrovia Spoleto Norcia
Capolavoro di ingegneria ferroviaria, la ex ferrovia Spoleto-Norcia fu costruita nel 1926 . Collegava la Valnerina con la Valle Umbra e percorreva un tragitto tra le vallate separate dal Monte Fionchi. Smantellata nel 1968 oggi è percorribile con percorsi alternativi a piedi o in mountain bike ma si sta pensando di riattivare definitivamente il tracciato sfruttando un itinerario cicloturistico di grande suggestione. L'ardito e pittoresco tracciato della ferrovia a scartamento ridotto Spoleto-Norcia è lungo circa 51 chilometri e attraversa un territorio talmente vario da farle raggiungere pendenze massime del 45%. Parte da Spoleto per arrivare alla stazione di Caprareccia situata a quota 590 m. Il suo punto più alto è la galleria di Forca di Cerro lunga 1936 metri che raggiunge quota 624 m. Il percorso tra gole strettissime e a tratti sospeso su impetuosi corsi d'acqua, è pieno di opere spettacolari, come il ponte sul torrente Cortaccione (alto circa 60 m.) sotto al quale ci sono ritrovamenti di epoca romana, un viadotto sinusoidale che permette di attraversare la strada provinciale. Dopo il valico inizia una lenta discesa di circa 9 chilometri con pendenze che vanno dal 37% fino al 45% in un susseguirsi di tornanti (le famose "sei svolte"). Il paesaggio è pieno di piccoli e antichi caselli, viadotti e gallerie. Ce n'è anche una molto particolare, lunga 450 metri e ad andamento elicoidale, che inizia dopo un ponte e sbuca alla base di uno dei piloni dello stesso. Si arriva così a Norcia, dopo avere attraversato una valle dalle numerose e meravigliose tonalità di verde.
Le Marcite Le "Marcite" di Norcia rappresentano un'area unica in per le sue eccezionali caratteristiche naturalistiche e ambientali ma anche storiche e culturali. Esempio di delicato ecosistema, esse sono prati perennemente irrigui, strettamente connessi a fenomeni idrogeologici sotterranei (una falda acquifera affiora in superficie in una miriade di rigagnoli creando così il fiume Sordo) . Questi campi sono favoriti, nella loro formazione, dall'inclinazione dell'altopiano di tipo lacustre di Norcia, e si estendono per circa 150 ettari. Prima di divenire marcite, questa zona era un'immensa palude bonificata e resa fertile dall'esperienza e dalle conoscenze dei monaci benedettini, all'incirca intorno al periodo del medioevo. Il lavoro dei benedettini è consistito nel creare una serie di canali artificiali chiamati adacquatrici, sbarrati da paratoie di legno o “storcitoi”, che fanno straripare l’acqua in modo che irrighi gli appezzamenti di terreno, chiamate cortinelle, attraverso una serie di piccoli canali che rendono omogeneo il flusso dell’acqua. Il nome “marcita”, nell'ipotesi più accreditata, deriverebbe da un'antica pratica agreste che consisteva nel far marcire nei campi irrigui, durante il periodo invernale, l'ultimo taglio annuale di settembre, favorendo l'arricchimento di sostanze organiche e rendendo il terreno più fertile.
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